Un incremento volumetrico, abusivo e non consentito,
che ha portato i vani interrati adibiti a locali di servizio ad
un’altezza netta interna di cm. 310÷320 anziché 239, ed i locali
sottotetto da un’altezza media interna variabile tra 260 e 280 cm.,
maggiore del limite di progetto di cm. 239. Ma anche una serie di altre irregolarità
come modifiche improprie agli impianti e dei rapporti aero-illuminanti
dei sottotetti, modifica dell’altezza degli edifici 21 e 22 e un
incremento in pianta del piano interrato sempre dello stabile n. 21. Sulla lottizzazione dell’area di Cascina Monticello a San Donato spunta l’ombra di numerosi abusi edilizi, che ha portato allo stop forzato dei cantieri ed a una ordinanza ad hoc emessa dal Comune in data 26 giugno.
Destinatari dell’atto, siglato dal dirigente dell’Area Tecnica del
Comune, sono la cooperativa Il Fontanile, i direttori dei lavori e
l’impresa costruttrice Penta.Ge.Co.. Preso atto che le opere edilizie
sono state “Realizzate in totale difformità del permesso di costruire n. 181 del 05/11/2014”, nel documento in questione il dirigente dell’Area Tecnica ordina “di
provvedere, a proprie cure e spese, alla demolizione e remissione in
pristino dei luoghi indicati in narrativa entro il termine perentorio di
90 (novanta) giorni, dalla data di notifica della presente ordinanza”. L’ordinanza ha origine a seguito di una serie di sopralluoghi che i tecnici del Comune hanno effettuato presso la
maxi lottizzazione da 130 unità residenziali, realizzate sull’area al
confine con San Giuliano dove insisteva la storica Cascina Monticello,
in parte recuperata.
«L’ordinanza – spiega il primo cittadino appena riconfermato, Andrea Checchi – è
un atto dovuto per ripristinare la legalità su un’operazione edilizia
di grande entità. Spiace che a pagare le conseguenze siano decine di
famiglie che attendono di entrare in possesso degli immobili in cui
avevano pianificato di andare a vivere. La soluzione della questione è
nelle mani della cooperativa che se metterà in pratica quanto previsto
dall’atto potranno instradare la questione nella giusta direzione. Come
Amministrazione, naturalmente, continueremo a vigilare a garanzia degli
interessi legittimi dei cittadini e per la salvaguardia della legalità».
L’intera questione, i cui sviluppi hanno portato alla formulazione del provvedimento datato 26 giugno, ha però suscitato le perplessità di Cesare Mannucci, leader del Centrodestra sandonatese e recentemente candidato sindaco. «Premesso
che il centrodestra di San Donato auspica una soluzione positiva per le
70 famiglie che hanno investito i propri soldi per acquistare casa
Monticello – ha dichiarato Mannucci – non possiamo non
sottolineare la stranezza con cui l’Amministrazione comunale sia
arrivata solo così recentemente ad accertare con atti ufficiali questo
caso complicato e dagli aspetti non cristallini. Bizzarro infatti è che
la denuncia arrivi dall'impresa di costruzione che da due anni chiede il
riconoscimento dei maggiori volumi realizzati e che avvisa la direzione
lavori sulle difformità commesse dalla cooperativa, e che ha dovuto
autodenunciarsi in comune e al Parco Sud per far certificare il suo
credito dei lavori svolti ma non autorizzati dal comune».
Aggiunge poi il portabandiera dell’opposizione: «Molto
strano che una denuncia fatta ai primi di febbraio porti ad una
ordinanza emessa il giorno dopo le elezioni, dopo ben quasi 150 giorni
di indagini (decisamente eccessivi rispetto al normale procedimento
amministrativo previsto dalla legge). Tutto ciò considerato poi che il
sindaco, a fine marzo, aveva convocato i proprietari presso il comune
per rassicurarli ed i termini usati non erano stati quelli
dell’ordinanza di demolizione e remissione in pristino».
Mannucci affonda quindi il colpo: «Le
altre 4 ordinanze sugli edifici 3-4-5-12-13-14-17-18 riuniti in 4
concessioni distinte ci domandiamo quando allora arriveranno. A fronte
di questa situazione, perché l'Amministrazione non ha mai convocato
tutte le parti insieme ad un tavolo invece che fare incontri separati,
senza mai di fatto fare nulla se non gli accertamenti e tenerli poi
fermi fino a dopo le elezioni del 25 giugno? In questo modo non si fa
buon governo della città e soprattutto non si risolvono i problemi delle
70 famiglie che rischiano ora di vedere allontanarsi il sogno di
comprare una casa dopo aver investito tanti soldi». Fonte: 7giorni
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