venerdì 16 giugno 2017

Siccità e incomprensioni: raccolti a rischio nel Sud Milano

A lanciare l’allarme sono gli agricoltori alle prese con caldo record, errori tecnici e scarsa manutenzione 

Mediglia (Milano), 16 giugno 2017 - Ottocento ettari di terreno coltivato a mais a rischio a causa della siccità, resta pochissimo tempo a disposizione per rimediare al disastro. È l’allarme lanciato dagli imprenditori agricoli che rappresentano le 30 aziende dislocate nei comuni di Mediglia, Colturano, Tribiano e Peschiera Borromeo. In quella che si prospetta come la seconda primavera più calda dall’Ottocento, con piogge ben sotto la media stagionale, molti sono i raccolti a rischio in tutta la Penisola. In questo caso specifico, però, l’eccezionale siccità ha trovato nella mano umana un’inaspettata alleata. Lo denunciano Mario Vigo, noto imprenditore a capo con il fratello Alberto dell’azienda Folli, e Umberto Lovati, presidente del Consorzio Irriguo Cavo Borromeo. Insieme minacciano azioni legali a fronte dei danni che stanno subendo. Due i motivi che potrebbero mettere in ginocchio l’economia agricola: il primo è derivato dai lavori appena ultimati per la rimozione delle alghe lungo il canale Villoresi. L’intervento ha causato un abbassamento preoccupante del livello dell’acqua. Il secondo, ben più grave, relativo alla gestione del canale adduttore A, che dal naviglio Martesana porta l’acqua nel Cavo Marocco di Robbiano ed è di fondamentale importanza per l’irrigazione dei campi del territorio. "Il canale – spiega Mario Vigo – è di proprietà di Città Metropolitana che ne deve garantire la manutenzione. Qualche anno fa il Comune di Segrate ha imposto il posizionamento di un sistema di griglie per il quale occorre una continua manutenzione che la città non è in grado di garantire. Le griglie così si intasano e si causano esondazioni, come quella che ha appena colpito Segrate in via Modigliani. Città Metropolitana è intervenuta diminuendo l’apporto di acqua e noi oggi siamo completamente a secco". Una situazione di ora in ora più insostenibile, che sta mettendo a dura prova l’economia rurale del territorio. "Senza l’acqua siamo morti", dichiara Umberto Lovati. "Da una settimana di notte mi sveglio e vado a controllare i campi. Non so più cosa fare, non si può buttare via tutto un raccolto. Pensare che lo scorso dicembre, prevedendo la possibilità di una stagione particolarmente secca e l’impossibilità economica di Città Metropolitana di sostenere i costi della manodopera necessaria, abbiamo scritto al sindaco Sala proponendogli di occuparci noi agricoltori, a nostre spese, della manutenzione del canale. Incredibilmente, non abbiamo mai ottenuto una risposta e, oggi, i risultati si vedono". Occorrono soluzioni rapide per scongiurare il pericolo. Uno sguardo al cielo e uno alla terra secca, gli agricoltori attendono di sapere cosa verrà prospettato loro a seguito dell’incontro programmato fra i rappresentanti del Consorzio Canale Villoresi, Città Metropolitana e il Comune di Segrate.Fonte: Il Giorno

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